Una nuova guida per la diocesi di Belluno-Feltre
Papa Francesco ha nominato ieri, mercoledì 10febbraio, il nuovo vescovo di Belluno-Feltre. È monsignor Renato Marangoni della diocesi di Padova (in foto insieme al vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla).
Monsignor Renato, nato a Crespano del Grappa, provincia di Treviso e diocesi di Padova, è sacerdote dal 1983. La fedeltà presbiterale l’ha portato a fare il cappellano a Padova e a Roma, a perfezionare i suoi studi alla Pontificia università gregoriana di Roma completati con il dottorato conseguito con una tesi su «Ecclesiologia di comunione in Paolo VI». Ha quindi avuto diversi incarichi nella grande diocesi di Padova. Dal 2015 è Vicario episcopale per la pastorale. È stato il segretario del secondo Convegno ecclesiale del Triveneto ad Aquileia, allargando così le sue conoscenze pastorali alle quindi diocesi del Triveneto.
«A nome del Centro sportivo italiano di Belluno rivolgo il più caloroso benvenuto a monsignor Renato Marangoni» dice il presidente del Csi provinciale, Dario Dal Magro. «A lui, l’augurio di un buon lavoro tra noi. Facciamo nostre le parole di monsignor Renato, auspicando che ci sia guida nella “gioia e la fatica di camminare insieme, di esserci gli uni per gli altri, di salire insieme verso una speranza che non abbia fine”. Nel mentre accogliamo con gioia il nuovo vescovo, vada la nostra gratitudine riconoscente a monsignor Giuseppe Andrich per l’opera portata avanti in questi anni».
Di seguito la lettera scritta da monsignor Renato Marangoni alla Chiesa di Belluno-Feltre
Alla Chiesa di Dio che è in Belluno-Feltre Eccomi!
Mi presento con la trepidazione che mi accerchia per dare a tutti voi – Chiesa del Signore in Belluno-Feltre – il mio abbraccio di comunione. In questo momento inedito e inaspettato non nascondo di cercare accoglienza e comprensione. Posso confidarvi che mi sono sentito precedere da quel “sì” che, poi, ho cercato di dire con il cuore quando mi è stato comunicato che Papa Francesco mi chiamava ad essere Vescovo nella vostra Chiesa. C’è un’appartenenza di Grazia che precede, chiama e dà anche la fiducia di rispondere. Sono convinto che è un “sì” vicendevole – mio e di tutti voi – da vivere ogni giorno, un sì al Vangelo di Gesù, perché oggi si compia ancora, anche tramite noi. Condivido con voi questo mio sentire. Sono certo che è già arricchito dalla storia di fede della vostra e, ora, nostra Chiesa. A tutte le comunità ecclesiali esprimo la mia attesa di poterle incontrare nel nome del Signore Gesù, con il desiderio di conoscerle, di ascoltarle per poi aiutarci insieme. Siamo tutti “poca cosa” ma gli uni con gli altri, guidati dallo Spirito, possiamo essere «segno e strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG 1). Un pensiero di affetto e riconoscenza va al Vescovo Giuseppe. La gioia di succedergli sgorga dalla scia di fedeltà di cui la vita delle Chiese è intessuta. Il mio affettuoso saluto va a tutto il presbiterio, dal prete più giovane al prete più anziano, in particolare a chi si sente più solo o affaticato. Permettetemi un ulteriore sentimento, riguarda lo scenario stupendo delle vostre montagne che tanto ho ammirato e frequentato. Ora scopro che quel fascino anticipava la gioia e la fatica di camminare insieme, di esserci gli uni per gli altri, di salire insieme verso una speranza che non abbia fine e che sia per tutti, donne e uomini di qualsiasi appartenenza. Ci raccogliamo nella preghiera. La immagino simile al cammino del Buon Samaritano: insieme ci facciamo carico delle fatiche delle nostre famiglie e delle nostre comunità, di ogni persona anziana o in situazione di malattia, di disabilità, di ferita interiore o negli affetti, di disoccupazione, di abbandono, di fragilità, di povertà. Ancor più motivati e sostenuti dal Giubileo della misericordia! Accanto a questa preghiera mi viene spontaneo osare un invito: affidiamoci alle “nuove generazioni”, al loro intuito, alle loro abilità, alle loro inquietudini, al loro sguardo, all’aspirazione più profonda che le abita. Possiamo sperare solo con loro! Il mio pensiero si rivolge, inoltre, a tutte le Istituzioni presenti e operanti nel territorio della Diocesi. Insieme potremo collaborare, con sincerità e rispetto, per un di più di bene, di giustizia e di misericordia. Con l’animo riconoscente alla Chiesa di Padova di cui sono figlio ammirato, eccomi a te, Chiesa di Belluno Feltre! Il nostro arrivederci lo poniamo accanto alle parole rassicuranti di Gesù: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16).
Padova, 10 febbraio 2016