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Calcio: Calcio, ancora qualche recupero prima della pausa Mar, 26 novembre 2013
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Spunto di lettura: "Di sport dobbiamo vivere"



Quasi terminata la prima fase dei Campionati di Calcio 2013-2014. In quello Open, Plumber impianti è campione d'inverno, mentre in A2 comandano Berton e Sottocastello. Per completare il quadro prima della pausa invernale mancano dei recuperi: Fenadora - America's Bar si recuperà il 27 novembre, Villabruna - Fenadora l'1 dicembre.

Per quanto riguarda il campionato Over, al comando i Veterani Sedico, davanti a Tomo e Danta. Anche in questo caso mancano dei recuperi, previsti per i prossimi giorni: Azzurra Rasai - Comelico e Veterani Castion - La Sosta, entrambi programmati per il 30 novembre. 

Per i dettagli, clicca qui

 

Con l'occasione, proponiamo un'interessante riflessione inviataci da Didier Cecchin, uno dei protagonisti del calcio bellunese Csi. Riflessione che riguarda la prevenzione e che possiamo titolare DI SPORT DOBBIAMO VIVERE! Buona lettura!

 

 

 

590. A cosa si riferisce questo dato numerico? Ai milioni di euro che ho sul conto corrente? Magari.

Sono forse il numero di donne che sono andate a letto con Antonio Cassano? Quasi, a detta sua.

Si riferisce forse al numero di palloni che perdo ogni anno quando provo “la maledetta” di Andrea Pirlo in allenamento? No, ma quasi anche qui.

590 sono le vittime in Italia dal 2006 per morte improvvisa da sport, 43 decessi solo nel 2012.

Il dato si riferisce ad atleti professionisti e dilettanti, durante eventi sportivi ufficiali o allenamenti.

Fra i più famosi e recenti possiamo ricordare il calciatore Piermario Morosini e il pallavolista Vigor Bovolenta. Ma facendo una piccola ricerca, senza andare tanto indietro negli anni, troviamo altri nomi illustri: Dale Oen, nuotatore Norvegese campione olimpico a Pechino. Phil O'Donnel, calciatore scozzese. Stava per essere sostituito nei minuti finali di una partita di campionato ma non ha fatto in tempo a raggiungere il compagno a bordo campo che si è accasciato a terra ed è morto poco dopo. Antonio Pérez, calciatore del Siviglia, perde conoscenza in capo durante una partita. Muore tre giorni dopo in ospedale, all'eà di 22 anni.

E questi sono solo alcuni casi recenti più famosi, ma l'84% dei decessi riguarda atleti dilettanti che non hanno quasi mai un risalto mediatico.

L'età media è di 23 anni ed il 40% degli atleti sono giovani sotto i 18 anni. Sono dati forniti nel corso del convegno "La prevenzione della morte improvvisa da sport", organizzato ad ottobre dall'Istituto di medicina dello sport di Torino.

 

Ma tecnicamente, quel è la definizione di morte improvvisa da sport?

“La morte improvvisa da sport è definita dagli studiosi come un evento naturale che si verifica repentinamente, il decesso è cioè istantaneo e si verifica entro un'ora dall'inizio dei sintomi acuti. Tale evento deve inoltre avere le caratteristiche di imprevedibilità, cioè verificarsi in soggetti in apparente buona salute nei quali non vi fossero elementi tali da poterla presagire. La morte improvvisa da sport (MIS) deve avere un rapporto diretto (rapporto causa-effetto) con l'attività sportiva. Sono escluse quindi le morti da trauma, da fattori ambientali, che avvengono in atleti al di fuori dell'esercizio fisico e quelle che avvengono durante l'esercizio fisico, ma in soggetti già noti portatori di condizioni patologiche a rischio per tale evento. http://www.my-personaltrainer.it/salute/morte-improvvisa-sport.html

 

Nel corso degli ultimi anni è stato fatto molto per ridurre al minimo le “morti da sport”:  informazione e sensibilizzazione dei dirigenti sportivi e degli atleti e visite mediche più accurate e mirate per accertare tempestivamente eventuali patologie.

Molto è stato fatto, ma la strada per ridurre al minimo quel dato è ancora lunga. 590 è un numero ancora troppo alto.

Purtroppo - e lo si può notare sopratutto a livello dilettantistico locale -  la prevenzione della morte improvvisa da sport attraverso la visita medico sportiva viene presa ancora troppo sottogamba da dirigenti e atleti, sopratutto da quest'ultimi che non si rendono conto che sottoporsi agli accertamenti vuol dire salvarsi la vita o rilevare patologie da curare prima che si aggravino.

Spesso gli atleti che si sottopongono alla visita medico sportiva lo fanno controvoglia, omettendo eventuali sintomi che andrebbero assolutamente elencati al medico sportivo. Di solito lo fanno per non avere la rottura di sottoporsi ad eventuali accertamenti che potrebbero portare ad un risultato negativo e di conseguenza al non rilascio del certificato di idoneità alla pratica sportiva.

Qui entra in gioco l'ignoranza di atleti e dirigenti che spesso viene confusa con la furbizia.

 

“Presidente, oggi ho fatto la visita sportiva, e quando il medico mi ha chiesto se in famiglia ho avuto casi di patologie cardiache io gli ho detto di no anche se mio fratello, mio papà, i miei zii, mio nonno e il mio bisnonno sono tutti morti di infarto. Ché poi se glielo dico quello mi fa fare altre visite e non mi rilascia il certificato e domenica non gioco!”

 

“Hai fatto bene! Domenica c'è una partita importante contro la prima in classifica e tu devi assolutamente giocare. E poi sei sempre stato bene, sei in salute, che vuoi che ti succeda? Sono troppo pignoli quei medici”

 

Oltre alla prevenzione tramite i controlli periodici, molte morti potrebbero essere evitate anche con un intervento tempestivo di primo soccorso. E se nei campionati professionisti non dovrebbe essere un problema, lo è in quelli dilettantistici dove non ci sono né i mezzi né la preparazione o le competenze per un intervento immediato di primo soccorso.

Per questo è importante affiancare alla cultura della prevenzione anche una cultura del primo soccorso, praticamente inesistente nei gruppi sportivi dilettantistici.

 

Ecco che per sensibilizzare ancora di più sul tema è partita da tempo la campagna “Non mi gioco il cuore” per chiedere a gran voce alle istituzioni, al Governo e agli enti locali che gli impianti sportivi di ogni genere siano dotati di defibrillatori semi-automatici e obbligare dirigenti o allenatori a prepararsi adeguatamente attraverso corsi di primo soccorso.

Riporta il sito ufficiale:

“La campagna non vuole essere paternalistica o polemica ma vuole dare una risposta ai tanti quesiti sulle morti improvvise per sport per avviare un percorso virtuoso di prevenzione e informazione tra tutti i giovani sportivi e non del nostro paese. Il Forum Nazionale dei Giovani, con questa campagna non vuole avere la presunzione di dare una propria risoluzione medica al problema, ma vuole bensì sensibilizzare l’opinione pubblica e le migliaia di giovani che rappresenta al problema, vuole creare un punto di incontro per medici ed aspiranti tali, istituzioni, associazioni di settore, sportivi o semplicemente gente comune per poter creare insieme nuovi sistemi di comunicazione del messaggio e di informazione sulla problematica.” http://www.nonmigiocoilcuore.it/

 

La campagna è promossa dal Forum Nazionale dei Giovani, riconosciuto con la Legge 30 dicembre 2004, n. 311 dal Parlamento Italiano “è l’unica piattaforma Nazionale di organizzazioni giovanili italiane, con più di 80 organizzazioni al suo interno, per una rappresentanza di circa 4 milioni di giovani”.

La campagna “Non mi gioco il cuore” è patrocinata anche dal Ministero della Salute, dal Ministero della Gioventù, dal CONI, dalla FIGC, dall'AIA e da molte altre istituzioni e associazioni.

 

Quindi attività di sensibilizzazione e informazione sulle tematiche della medicina sportiva e cultura del primo soccorso per ridurre al minimo o evitare le morti da sport.

Perché senza un'adeguata certificazione medica si può morire di sport. Sembra un controsenso, vero? Di solito ci si avvicina allo sport sopratutto perché è una pratica salutare e benefica. Però non tutti possono affrontare certi sforzi, e gli accertamenti medico sportivi servono proprio a questo: valutare i limiti ed eventualmente indirizzare l'atleta verso pratiche sportive più idonee alla sua condizione.

La visita medico sportiva è un'assicurazione sulla vita, perché non farla?

 

Dobbiamo vivere di sport, non morire.

 

P.S. Chi volesse proporre riflessioni, segnalazioni, osservazioni, critiche, complimenti, curiosità per la sezione News di questo sito, può farlo scrivendo una mail a csibelluno@gmail.com. Ogni contributo è graditissimo!




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